Sanzioni

Smaltimento toner

SANZIONI

Vista la grande importanza dei temi ambientali, comprese i problemi di inquinamento per le forniture d’ufficio e i toner esausti, anche le sanzioni per quanti non rispettino la normativa in termini di smaltimento sono giunte in questi anni a inasprirsi per fare da deterrente a comportamenti che non diano la dovuta attenzione al problema: quasi il 10% della polvere di toner iniziale è stata rinvenuta in un campione di oltre 150mila cartucce esauste. Un pericolo molto più reale di quanto non sembri, se mal affrontato!

Secondo il decreto legislativo n° 152/2006 e successive modifiche, se hai partita IVA sei legalmente tenuto ad uno smaltimento certificato che prevede un preciso iter burocratico.

Le cartucce utilizzate in un’attività economica al termine del loro ciclo d’uso sono definite “rifiuti speciali” e devono essere avviati alla rigenerazione, al recupero o allo smaltimento a cura e onere del produttore del rifiuto. E’ bene specificare che non si tratta di “rifiuti speciali assimilabili agli urbani”, che tradotto vuol dire che non è possibile smaltirle nell’indifferenziato, mai.

La legge prevede sanzioni severe per i trasgressori.  Il mancato adempimento degli obblighi di legge in materia, comporta non solo pesanti sanzioni amministrative di carattere pecuniario.

Si rischia di incappare in sanzioni amministrative (da 2.600€ a 15.500€ per rifiuti speciali non pericolosi e da 15.500€ a 93.000€ per rifiuti speciali pericolosi) e sanzioni accessorie (sospensione da 1 mese ad 1 anno per l’amministratore o il responsabile dell’infrazione). Le sanzioni possono trasformarsi in penali in caso di reato.

Lo smaltimento certificato dei rifiuti speciali da ufficio è un obbligo annuale di legge per tutti i titolari di partita IVA che devono effettuare lo smaltimento almeno una volta l’anno, attraverso aziende specializzate e registrate presso l’Albo Nazionale Gestori Ambientali che rilasciano il F.I.R.

Deve essere conservato per  almeno cinque anni, in caso di mancata conservazione dello stesso si incorre in una sanzione amministrativa pecuniaria da € 260,00 a € 2.550,00.

È inoltre responsabilità dell’azienda informarsi sull’ente a cui ci si è rivolti per lo smaltimento. È richiesto che l’ente sia iscritto all’albo, abbia licenza rilasciata dal ministero dell’ambiente e regolari autorizzazioni regionali. Un errore potrebbe portare un danno a livello di immagine e finanziario (multa amministrativa) considerato che l’onere dello smaltimento è incarico all’azienda per tutta la durata del processo.